Storia della mastoplastica additiva

Già alla fine del 1800 le donne richiedevano di aumentare il volume del seno.
La storia della mastoplastica additiva riflette la ricerca di materiali idonei all’impianto , ad iniziare dai primi tentativi fatti nel 1800 con il trapianto di grasso. I risultati purtroppo erano scoraggianti, con frequenti infezioni e con formazione di tessuto cicatriziale molto duro alla palpazione- Solo piccole quantità di grasso sopravviveva al trapianto in quanto in quanto la maggior parte andava in necrosi per la scarsa irrorazione di sangue.
Ciò spinse a cercare strade alternative già agli inizi del 1900.
Per un certo periodo si   furono utilizzate iniezioni di paraffina, ma anche in questo caso i risultati in alcuni casi erano disastrosi con frequenti infezioni e rigetto del materiale iniettato. Si arrivò così al 1940 con la scoperta della gomma di silicone che gettò le basi per lo sviluppo degli studi sulla mastoplastica additiva con il silicone.
Il silicone infatti fu approvato in quegli anni dalla Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti sotto forma di olio e gel e i primi studi dimostrarono che iniettato nei tessuti provocava minime reazioni e fu solo approvato come materiale lubrificante per fili di sutura e cateteri.  Fu così che qualche chirurgo pensò di iniettarlo in forma liquida per aumentare il volume del seno, ma anche in questi casi i risultati erano  olto deludenti con formazione di seno gonfio, infezioni e talvolta formazione di seni molto duri come pietre.
 Quindi l’FDA vietò l’iniezione libera di silicone a questo scopo.
Nel frattempo altri materiali considerati inerti furono sperimentati, come ad esempio il polivinile spugnoso conosciuto con il nome commerciale di Ivalon
All’inizio i risultati sembravano incoraggianti ma dopo alcuni mesi  si aveva una reazione fibrosa rendendo il seno molto duro e dolente alla palpazione.
Fu solo nel 1953 che il silicone venne introdotto come uso medicale che iniziò la vera speimentazione quale materiale per impianti per la mastoplastica additiva.
Nel 1963 Cronin e Gerow, nel corso del 3° Congresso Internazionale di hirurgia Plastica , presentarono un nuovo tipo di protesi “a contenuto naturale" , vale a dire un guscio solido di elastomero riempito all’interno di gel, che fù considerato il prototipo di tutte le protesi mammarie future
Nei primi anni le protesi furono impiantate esclusivamente sottoghiandolari, ma ben presto si inizò ad inserirle quando necessario sotto al muscolo pettorale.
Nel corso di questi ultimi anni enormi passi avanti sono stati fatti nella qualità e sicurezza delle protesi raggiungendo al giorno d’oggi standard di sicurezza e garanzia tali da realizzare impianti protesici con scarsissime probabilità di complicanze dovute soprattutto a trasudo o rottura protesica.


A cura del Prof. Massimo Vergine


Per approfondimenti sulla mastoplastica additiva   www.mastoplasticaroma.com


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